Spesso le informazioni che circolano, presentano i sistemi digitali come perfetti e i sistemi analogici come vecchi, superati, imprecisi. La realtà è un pò diversa.
Analogico viene da "analogo": il segnale analogico segue esattamente l'andamento della grandezza che rappresenta. Quindi è il segnale analogico ad essere teoricamente perfetto.
Ad esempio con i nostri cinque sensi, interagiamo con l'ambiente circostante mediante segnali analogici.
Con i segnali digitali tutto viene convertito e ridotto a una sequenza di "0" e "1".
0 1 1 0 0 1 0 0 0 1 1 0 1 1 1 0 0 1 0 1 0 1 1 0 0 1 1 1 |
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Si tratta di un'approssimazione, che può essere più o meno spinta. Ovviamente nei circuiti elettronici non sono presenti valori numerici, ma un segnale rettangolare che li rappresenta. Ad esempio l'assenza di tensione in un certo istante viene interpretato come "zero", mentre la presenza di una tensione pari a 5 volt come "uno". Ogni singolo valore "0" o "1" prende il nome di bit.
Considerando, però, vantaggi e svantaggi delle due tecnologie, in molti casi si preferisce utilizzare i segnali digitali.
AUTORIGENERAZIONE
Una delle ragioni che fanno preferire l'utilizzo dei segnali digitali rispetto a quelli analogici è l'autorigenerazione. Senza entrare in dettagli tecnici, se i segnali digitali contengono errori al di sotto di una certa soglia, si autocorreggono.
In un segnale digitale solo parzialmente deformato, proprio la limitazione ai soli valori "0" e "1", rende i bit ancora riconoscibili.
In pratica se un dispositivo digitale riceve un segnale deformato (in alto) lo interpreta come se fosse privo di errori (in basso).
MEMORIZZAZIONE
Altro vantaggio che si ottiene nell'utilizzo dei segnali digitali è la facilità di memorizzazione. Infatti per memorizzare un bit, che può assumere solo i valori 0 e 1, basta un interruttore.
Ovviamente non viene utilizzato un interruttore meccanico come quello nella foto, ma un interruttore elettronico, che può sopportare molti cicli on-off al secondo e può essere miniaturizzato.
CONVERSIONE
I sistemi che utilizzano i segnali digitali, devono comunque comunicare con noi e con l'ambiente esterno, cioè con sistemi che operano con segnali analogici. Pertanto è necessario ricorrere sia alla conversione analogico-digitale e sia alla conversione digitale-analogica.
ESEMPIO: LA TELEVISIONE
Ormai tutto il sistema televisivo italiano è passato al digitale terrestre (DVB-T). Nella vecchia TV analogica, man mano che il segnala si degradava, l'immagine peggiorava (da A a C).
Con segnale perfetto, sia in analogico che in digitale si ha un'immagine (A) di buona qualità (a volte quella digitale, se eccessivamente compressa, può essere peggiore).
Con un limitato degrado, come già scritto, il segnale digitale è in grado di autorigenerarsi. Pertanto l'immagine B è identica alla A. Se però il degrado è elevato, il digitale diventa totalmente inutilizzabile (quadrettature, disturbi nell'audio, schermo nero).
E' arrivato il DVB-T2 HEVC, che rende nuovamente obsoleti parte dei televisori già in possesso. Dal dicembre 2018 tutti i televisori in vendita in Italia devono essere provvisti di tuner DVB-T2 e codec HEVC (High Efficiency Video Coding) ovvero H.265 a 10 bit.
LA RADIO DIGITALE
In ritardo rispetto ad altre nazioni, anche in Italia si sta diffondendo la radio digitale, utilizzando il sistema DAB+ (codifica MPEG4). E' possibile avere notizie e consultare la mappa di diffusione sul sito DigitalRadio.