L'interruttore è caratterizzato dalla tensione nominale, cioè dalla tensione del suo normale utilizzo (assegnata dal costruttore). Per i circuiti domestici è di 230 volt. La sua corrente nominale (In) è invece quella che può circolare senza problemi a una certa temperatura ambiente (indicata sulla targa se diversa da 30°C). Le correnti nominali in uso hanno i seguenti valori espressi in ampere:
Le modalità di intervento magnetico sono tre in base ai limiti della corrente di intervento (riferiti alla corrente nominale In) in caso di cortocircuito:
Ad esempio nel tipo B lo sganciatore magnetico non interviene sicuramente per correnti fino a 3 volte In e interviene sicuramente per correnti a partire da 5 volte In. Lo sgancio libero permette all'interruttore di intervenire anche se l'organo di manovra risulta bloccato accidentalmente o intenzionalmente. ![]() POTERE DI CORTOCIRCUITO o DI INTERRUZIONE ![]() ![]() interruttori automatici con potere di cortocircuito rispettivamente di 4500 A e di 6000 A Negli impianti alimentati direttamente in bassa tensione (230V/400V) convenzionalmente, immediatamente a valle del contatore, si considera un valore di corrente di cortocircuito monofase massimo pari a 6000 A (6 kA). Ovviamente allontanandoci da questo punto la corrente di cortocircuito, dovendo percorrere un circuito più lungo, scende in relazione alla distanza e alla sezione dei cavi. Per il cortocircuito trifase i valori salgono a 10 kA con potenza disponibile minore o uguale a 33 kW e a 15 kA con potenza disponibile maggiore di 33 kW.
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